Nel Regno Lombardo Veneto, ed in tutto l’impero, nella prima metà dell’ottocento era obbligatorio per chi voleva spostarsi e o viaggiare dotarsi di un passaporto. Questa situazione cessò, come vedremo, nel 1857; ma fino ad allora esistevano due tipo di passaporti:
Il passaporto per l’estero, che veniva rilasciato, di volta in volta, solo dopo un attento esame da parte dell’autorità, a chi voleva recarsi in un altro stato. Detto passaporto non era “libero” ma doveva riportare luogo di destinazione e scopo del viaggio. Venivano viste con sospetto, e soggette ad accurato accertamento, le richieste di passaporti di persone molto ricche o possidenti ( forse per motivi di Tasse ? ) o quelle per recarsi in Piemonte o Francia. In Lombardia a causa dello stato di semi-agitazione che segui alle rivolte del 1848 si introdusse una nuovo regolamento che trasferiva la concessione del passaporto dall’autorità civile a quella militare.
“ il rilascio dei passaporti per l’Estero a favore degl’ II. RR. sudditi Lombardi è riservato esclusivamente all’ I. R. Comando Militare di Lombardia residente in Milano”.
Il passaporto per l’interno, il cui rilascio competeva alle Autorità civili, cioè alle Direzioni Provinciali d’ Ordine pubblico, consentiva di spostarsi all’interno dell’Impero tra le varie provincie.
Il viaggiatore doveva far vidimare il passaporto prima di partire ed all’arrivo. Ad esempio un veronese che volesse andare a Mantova per commerciare doveva recarsi nei due commissariati per ricevere i timbri di convalida. I passaporti dei viaggiatori sia per l’interno che per l’estero dovevano essere vidimati in partenza ed in arrivo dalle Autorità civili (Commissari Distrettuali, Commissari di Polizia, Uffici di Finanza ecc.).
… Il viaggiatore dovrà presentare il proprio passaporto entro 24 ore all’autorità di Polizia nel luogo dove si rendesse.
Non intraprendere il viaggio fra 48 ore dalla data del passaporto, dovrà il latore prima di partire riportare il Visto della competente Autorità locale.
Tale avvertenza vale anche per le vidimazioni lungo il viaggio.
Il passaporto dopo ogni viaggio, ed alla scadenza deve essere consegnato alle competenti autorità
Esisteva poi un altro documento detto Carta d’iscrizione che veniva rilasciato dal comune di appartenenza e consentiva la libera circolazione all’interno della propria Provincia. Passaporto per l’interno e Carta d’Iscrizione avevano validità di un anno. Questo sistema pensato per un serrato controllo dei sudditi non si adattava più ad una società moderna in cui i “cittadini borghesi” volevano essere liberi di muoversi, commerciare, arricchirsi. Infatti Francesco Giuseppe nel 1857 abolì il sistema dei passaporti interni:
Ordinanza imperiale del 9 febbraio 1857
Operativa per tutti i Dominii della Corona e relativa all’introduzione di un nuovo sistema di passaporti.
Nell’intenzione di dare alla circolazione delle persone nel Mio Impero, le maggiori possibili facilitazioni ho trovato, sentiti i Miei Ministri ed udito il Mio Consiglio dell’Impero, di stabilire le seguenti norme a base del nuovo sistema di passaporti da introdursi:
1.0 Tutte le revisioni dei passaporti si limiteranno in avvenire ai confini del territorio dello Stato. All’interno di esso cesseranno quindi le presentazioni, i visti ed i depositi in Uffizio dei passaporti in determinati luoghi;
2.0 Ai nazionali devono essere fatte tutte le compatibili facilitazioni per ottenere passaporti per l’esterno. Per la circolazione all’interno s’introdurranno carte di legittimazione;
3.0 Per lo scopo della sorveglianza interna dovrà essere ordinato in modo corrispondente ed opportunamente mantenuto il sistema delle insinuazioni.
Conforme a ciò, ho dato istruzione ai Miei Ministri, alle Autorità centrali cui spetta, e particolarmente eziandio al Mio Comando superiore dell’esercito in riguardo al militare ed al Confine militare, di emanare e di porre in esecuzione le prescrizioni di polizia dei passaporti occorrenti ad attuare questa Mia Ordinanza.
Vienna, 9 febbraio 1857.
FRANCESCO GIUSEPPE.
Questa novità fu molto importante e molto bene accolta nell’Impero. Piemonte, Francia, e gli altri stati italiani conservarono ancora a lungo il passaporto interno.
E’ interessante leggere ciò che scrisse La Gazzetta di Trento pochi giorni dopo l’annuncio della riforma (11 marzo 1857); documento che testimonia una modernità Imperial-Regia che spesso non si conosce.
— L’ordinanza sovrana del 9 febbraio, concernente il nuovo sistema dei passaporti, è atta a far isparire anche ogni dubbio, —, della forza interna del nostro impero. Ed infatti il togliere ogni barriera che inceppava la pubblica comunicazione, il dire a quaranta milioni di sudditi: percorrete il paese in tutte le direzioni senza che ad altri sia dato frapporvi ostacoli od impedimenti; il sorpassare tutte le esigenze della polizia e di una prescritta circospezione, di fronte alle quali andavasi ad infrangere ogni necessità, ogni bisogno, son atti che palesano al mondo quanta fiducia abbia il nostro governo nella sua propria forza e com’egli possa, senza pericolo, torre quelle barriere che nella maggior parte degli altri Stati sono reputate indispensabili.
La patente sovrana di cui discorriamo è, a nostro avviso, un pubblico attestato che il governo imperiale rilascia a’ suoi quaranta milioni di sudditi, il più bello e patente voto di fiducia dato da esso a’suoi popoli. Là dove la concordia e l’amore regnano fra governanti e governati, dove il principe più che sul terror delle pene basa la sua forza sull’affetto e sulla riconoscenza de’sudditi, là dove il popolo crede debito di onestà e gratitudine la tranquilla e fedele osservanza delle prescrizioni legali, 1’ubbidienza alle sovrane disposizioni, là regnano la prosperità ed il benessere. — Le consegusenze della misura ora adottata dall’imperiale governo sono di portata incalcolabile. Nè devesi puramente avere riguardo ai vantaggi materiali di cui ella sarà sì. fruttifera, ma ben asco hannosi da contare i vantaggi morali di cui dovrà essere benefica fonte. —. Accordata la libera circolazione nell’impero, il commercio non trovando inciampi sul suo cammino, spiegherà ardito volo e le relazioni commerciali, guadagnando in rapidità e moltiplicandosi all’infinito, contribuiranno potentemente allo sviluppo della grande idea racchiusa nelle semplici parole; “Viribus unitis„. Quella cioè di far nascere dalla sempre maggiore conoscenza fra le varie nazioni, che formano il vasto austriaco impero, la reciproca stima, dalla quale poi nasce il sentimento dell’affetto, della concordia e della intimità. —
Dal marzo del 1857 entrò in vigore il nuovo documento: la carta di legittimazione (equivalente alla nostra carta d’identità). Carta che consentiva di spostarsi all’interno dell’Impero senza più visti, timbri o permessi.
Marcello Marconi