(prima parte)
Estremamente sintetica, essenziale purtroppo, per forza di cose, dovrà essere una lista di libri davvero significativi ed utili a chi voglia accostarsi alla tematica delle fortificazioni austriache del Quadrilatero costruite dall’Impero tra il 1833 e il 1866.
Sintetica, perché chi ha iniziato ad appassionarsi all’argomento ormai oltre 30 anni fa si rende conto che allora, nei primi anni ’90, i libri si contavano sulle dita di mezza mano, e oggi non sono aumentati di molto, purtroppo. Nella maggior parte dei casi, per non dire nella totalità, questi testi sono poi di difficile reperibilità ed accessibilità, essendo stati pubblicati molti anni fa in tirature limitate, a livello solamente locale, provinciale, in edizioni patrocinate da banche, enti pubblici ecc., e sono oggi disponibili, quando va bene, talvolta sul mercato antiquario, su e-Bay, in biblioteche. Non sono insomma i classici testi che trovate nelle librerie Giunti dei centri commerciali … Tralasciando per il momento i testi più antichi, quelli pubblicati già nell’ ‘800 o nella prima metà del ‘900, per quanto più o meno importanti ma sconosciuti al pubblico e inaccessibili se non tramite la digitalizzazione su internet in anni recenti o in poche biblioteche, ci occupiamo per iniziare di quelli ancora relativamente disponibili, seppure con fatica dalle fonti citate sopra, in formato cartaceo originale. E una svolta davvero significativa nelle letteratura su queste fortificazioni arrivò intorno all’inizio degli anni ’80, con la pubblicazione quasi contemporanea, nell’arco di circa due anni, di una triade di libri che venivano a colmare un vuoto quasi assoluto. Si tratta dei seguenti autori e volumi:
– Vittorio Jacobacci: La piazzaforte di Verona sotto la dominazione austriaca 1814-1866, prima edizione 1980
– Gianni Perbellini: Le Fortificazioni Ottocentesche della Provincia di Verona, 1981
– Christoph Hackelsberger: Das k.k. österreichische Festungsviereck in Lombardo-Venetien, 1980
Si tratta di opere che finalmente prendevano in considerazione sia la Cinta Magistrale bastionata come anche, e soprattutto, i forti esterni, nel caso specifico di Verona città, a differenza di testi più antichi come quello del Da Lisca del 1916, che anche per ragioni di segretezza militare ancora in vigore si fermavano alle Mura.
Ai nostri giorni conservano ancora una certa validità, ma è da tenere presente che sono tutt’altro che privi di errori ed imprecisioni, dovuti alla difficoltà estrema di reperire ed accedere a fonti attendibili. Non che oggi le cose siano migliorate poi tanto. Inoltre tendono ad essere più o meno sbilanciati a favore di descrizioni che delineano maggiormente gli aspetti architettonico-ingegneristici, lasciando un po’ in secondo piano quelli storico-militari, e questo è dovuto sia al fatto che in alcuni casi sono stati scritti da architetti, sia alla solita problematicità di reperimento delle fonti.
1) La piazzaforte di Verona sotto la dominazione austriaca 1814-1866.
Autore: Vittorio Jacobacci
Prima edizione: 1980, poi riedito nel 1981 e infine nel 1986 Editore: Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno – 189 pagine, riccamente illustrato
Cominciamo prendendo in considerazione il libro probabilmente più significativo della triade uscita in quel periodo, è un volume di bell’aspetto, di grande formato monumentale, con la sua copertina rossa ben rilegata. Jacobacci era un militare, quindi anche per questo è il testo con un maggiore inquadramento storico di fondo dei vari aspetti legati allo sviluppo delle fortificazioni, che contempla anche aspetti della vita militare nelle piazzaforti del Quadrilatero, sebbene sviluppati in modo non troppo approfondito.Scritto già verso la fine degli anni ’60, l’autore faticò a trovare qualcuno disposto a pubblicarlo, dato il limitato interesse generale del pubblico per un argomento così di nicchia, dovendo infine trovare un editore nella Cassa di Risparmio (l’attuale Unicredit) dopo oltre 10 anni, che sostanzialmente curò la stampa del libro in diverse tirature limitate a livello locale, destinandolo all’uso di strenna pregiata per i migliori clienti della banca, non in commercio attraverso i comuni canali librari. Ovviamente ciò ottenne l’effetto paradossale che in molti casi il libro finì nelle mani di gente a cui delle fortificazioni, della storia del Quadrilatero, non avrebbe potuto fregare di meno… come può testimoniare per esperienza personale chi ha conosciuto casi di facoltosi clienti della banca che misero il libro in mostra nella libreria del salotto buono, uno tra tanti altri, salvo mai aprirlo per leggerlo seriamente, e rifiutandosi magari nel contempo di prestarlo a persone invece interessate alla materia.
Comunque fin dai primi tempi il volume fu reperibile saltuariamente sul mercato dei libri usati, oltre che nelle biblioteche pubbliche, e oggi la situazione rimane simile, con il vantaggio che ora si può accedere a risorse di commercio online, come a librerie specializzate anche internazionali.
L’opera prende in considerazione le piazzaforti di Verona città, di Peschiera, Pastrengo e della Chiusa della Val d’Adige con i suoi quattro forti. Oltre ai forti esterni si tratta degli edifici militari più in generale, delle strutture logistiche, caserme, polveriere, ospedali ecc.
Molto ricco e abbastanza valido anche oggi l’apparato iconografico, consistente in foto anche di grande formato, essenzialmente molte di quelle del reportage fotografico di Moritz Lotze del 1866, oltre a mappe, planimetrie dei forti, nonché manifesti del periodo riguardanti episodi come i proclami di Radetzky riguardanti la messa in stato d’assedio della piazzaforte e simili. A parte questo, oggi il volume appare piuttosto datato per la parte di descrizione delle varie opere, non mancano errori anche grossolani, come ad esempio l’attribuzione dei forti gemelli della seconda cerchia al Tunkler anziché a Daniel Salis-Soglio, imprecisioni, errori nelle date, alcuni forse dovuti ad errori di stampa, nella maggior parte dei casi invece alla difficoltà di arrivare a fonti attendibili all’epoca. Come già evidenziato, al momento del suo apparire il libro fu in breve tempo integrato dagli altri due di questa triade, quelli del Perbellini e di Hackelsberger in tedesco, che fra tutti elevarono il livello generale di conoscenze su questa tematica. Per arrivare a qualcosa di meglio si dovette aspettare circa 20 anni, con l’apparire online delle schede di Lino Vittorio Bozzetto. Ma questa è un’altra storia.
Tutto sommato per chi vuole avvicinarsi all’argomento è ancora un libro da avere, pur con tutti i suoi limiti, fosse solo per il valore storico.
( segue )
Davide Grasso