- Storia del forte ed utilizzi fino ai giorni nostri
Il Forte San Procolo -Werk San Procolo fu realizzato negli anni 1840 / 41 su progetto di Franz Von Scholl grande ingegnere austriaco che curò il piano per la difesa complessiva di Verona. La sua posizione integrava la difesa della città coprendo una pericolosa depressione esistente tra la riva sinistra Adige ed il vicino bastione di Spagna. Potendo battere altresì le provenienze da Avesa e Quinzano e le alture oltre Adige
Il forte era in origine costituto da un vasto terrapieno, con piazzole per cannoni in “barbetta”, con pianta poligonale a sette lati con al centro un grande ridotto quadrato a prova di bomba con quattro caponiere negli angoli. Tra il terrapieno ed il ridotto sono disposte quattro caponiere e traverse coperte con feritoie per fucili. L’ingresso originale sul fronte orientale è stato abbandonato ed è parzialmente interrato. Mentre le strutture murarie sono conservate in discreto stato buona parte delle opere di terra sono state spianate o ricoperte da una fitta vegetazione. Nell’ottobre del 1866 Verona ed il Veneto passarono all’Italia. In seguito il forte fu impiegato come caserma. La struttura fu utilizzata come carcere durante la prima Guerra Mondiale. Tra le due guerre il forte fu ancora una volta impiegato come caserma. Di questo periodo rimangono due targhe di intitolazione dei cortili del forte; quella esterna alla “Battaglia del Solstizio”, quella nella corte del ridotto al “Piave”.
Nel gennaio del 1944 nell’adiacente poligono di tiro, e non nel forte di San Procolo, furono fucilati Ciano ed i gerarchi fascisti “colpevoli” del tradimento del Duce.
Sulla vasta area a sud del forte rimasta da sempre “spianà” a partire dagli anni 50/60 venne edificata la caserma Martini. In seguito la caserma Martini / Forte San Procolo divenne sede del CI° battaglione carri, del 31° Reggimento della Divisione Centauro
A questo periodo, anni ‘50 e ‘60, in seguito all’utilizzo dei carri armati nell’area del forte si può fare risalire lo spianamento parziale del terrapieno per l’apertura del nuovo ingresso da Via Da Levanto, con conseguente interramento della caponiera ovest. In seguito la caserma Martini / Forte San Procolo ospitò la 4° O.R.M.E. – Officina Riparazione Mezzi Esercito, e gli Uffici del consiglio di leva; dopo gli anni novanta il forte venne abbandonato alla più totale incuria.